RisolIl 25 ottobre 2016 la Commissione europea aveva pubblicato un pacchetto di proposte legislative sulla tassazione delle società nell’Unione europea, il quale comprendeva un progetto di direttiva sulla risoluzione delle controversie in materia di doppia imposizione. Successivamente, la Commissione europea aveva presentato tale proposta alla sessione del Consiglio “Economia e finanza” che, in data 23 maggio 2017, ha raggiunto un accordo.
Il Consiglio adotterà la suddetta direttiva solo dopo che il Parlamento europeo avrà espresso il proprio parere e gli Stati membri avranno tempo fino al 30 giugno 2019 per recepire la stessa nelle rispettive legislazioni e regolamentazioni nazionali. Stando a quanto stabilito la direttiva si applicherà alle denunce presentate dopo tale data e che hanno ad oggetto questioni relative all’esercizio fiscale che inizia il 1º gennaio 2018 o in data successiva. Gli Stati membri potranno tuttavia decidere di applicarla anche a denunce relative a esercizi fiscali precedenti.
La proposta di direttiva del Consiglio è finalizzata a introdurre un approccio più coordinato nella risoluzione delle controversie in materia fiscale e a migliorare i meccanismi di risoluzione delle controversie tra Stati membri che riguardino l’interpretazione degli accordi sull’eliminazione della doppia imposizione. Situazioni nelle quali Stati membri diversi tassano lo stesso reddito due volte, infatti, possono generare gravi ostacoli alle attività imprenditoriali transfrontaliere, provocando distorsioni economiche e impattando in modo negativo sugli investimenti transfrontalieri.
Il progetto di direttiva europea si basa sulla Convenzione 90/436/CEE relativa all’eliminazione delle doppie imposizioni in caso di rettifica degli utili di imprese associate e prevede meccanismi di risoluzione delle controversie vincolanti e con un obbligo di risultato, ciò al fine di garantire un contesto fiscale in cui i costi di compliance per le imprese siano ridotti al minimo.
Il testo prevede la possibilità per il contribuente di avviare una procedura amichevole in base alla quale gli Stati membri dovranno raggiungere un accordo entro due anni: nel caso in cui tale accordo non sia raggiunto, prenderà avvio una procedura di arbitrato volta a risolvere la controversia entro scadenze predeterminate. In specie sarà nominato un comitato consultivo, c.d. commissione consultiva, composto da arbitri indipendenti rappresentanti di ciascuno Stato membro, il quale, al fine di eliminare la doppia imposizione, dovrà emettere un parere vincolante per gli Stati membri interessati. Rimane comunque salva la possibilità per questi ultimi di accordarsi per trovare una soluzione differente.